Il Tribunale Regionale di Giustizia Amministrativa, nell'esaminare il ricorso avverso il provvedimento di annullamento d'ufficio del permesso di costruire formatosi per silenzio assenso, ha affermato i seguenti principi di diritto: 1. Il provvedimento di annullamento d'ufficio, ai sensi dell'art. 21-nonies della legge n. 241/1990, presuppone l'illegittimità dell'atto e la sussistenza di valide ragioni di interesse pubblico alla sua rimozione, nonché l'esercizio del potere entro un termine ragionevole, non superiore a diciotto mesi. L'annullamento d'ufficio non può essere finalizzato al mero ripristino della legalità violata, ma deve essere il risultato di un'adeguata attività istruttoria che dia conto della prevalenza dell'interesse pubblico su quello del soggetto privato titolare di un affidamento alla conservazione dell'atto. 2. Ai fini dell'applicazione dell'art. 26-ter delle Norme Tecniche di Attuazione del Piano Regolatore Generale, che subordina il rilascio del permesso di costruire in "Zone di espansione e di completamento di tipo convenzionato con l'Ente Pubblico, con vincolo temporale" alla mancanza di altri "alloggi idonei" in capo ai richiedenti, il requisito della "idoneità" dell'alloggio deve essere valutato in relazione alla capacità di soddisfare le esigenze abitative del nucleo familiare, a prescindere dalla superficie minima prevista per le nuove unità immobiliari o per quelle esistenti. 3. L'Amministrazione comunale, anche quando il progetto edilizio abbia ottenuto il parere favorevole della Commissione Paesaggistica Comunale, conserva la competenza a valutare la conformità dell'intervento alle disposizioni dello strumento urbanistico e del regolamento edilizio comunale, ivi comprese le prescrizioni relative agli aspetti estetici, architettonici e paesaggistici, senza essere vincolata al parere della Commissione. 4. Nell'esercizio del potere di annullamento d'ufficio, l'Amministrazione può legittimamente prevalere l'interesse pubblico alla tutela del territorio e alla limitazione del consumo di suolo, rispetto all'interesse privato alla realizzazione dell'intervento edilizio, qualora accerti che l'edificazione non risulta soddisfare un "bisogno di abitazione primaria dei residenti ... alla luce delle effettive necessità abitative e socio-economiche della popolazione stabilmente insediata", come previsto dall'art. 57 della legge provinciale n. 1/2008.