Il delitto di usura si configura quando il soggetto attivo si fa dare o promettere, a titolo di interessi, somme di denaro in misura sproporzionata rispetto alla prestazione di cui beneficia il soggetto passivo, approfittando dello stato di bisogno di quest'ultimo. La prova della sussistenza del reato può essere desunta da elementi indiziari, quali annotazioni e documentazione rinvenuta presso la parte offesa, movimentazioni bancarie, intercettazioni telefoniche e dichiarazioni testimoniali, purché tali elementi siano valutati dal giudice in modo logico e coerente, dando conto delle ragioni per cui ritiene attendibili le fonti di prova. Il giudice di merito gode di ampia discrezionalità nella valutazione della gravità del fatto e della capacità a delinquere dell'imputato ai fini della concessione o meno delle attenuanti generiche, purché la motivazione sia congrua ed aderente agli elementi di fatto emersi. Tuttavia, qualora successivamente alla pronuncia della sentenza di appello siano maturati i termini di prescrizione per i reati contestati, il giudice di legittimità è tenuto ad annullare la sentenza senza rinvio.