Il mancato rispetto del termine breve per l'impugnazione di una sentenza pronunciata in un giudizio di opposizione all'esecuzione, non sospeso durante il periodo feriale, comporta l'inammissibilità del ricorso per cassazione, anche qualora la notificazione della sentenza sia stata effettuata personalmente al legale rappresentante di una delle parti intimate e non presso il suo difensore, non essendo tale modalità idonea a far decorrere il termine breve. Ciò in quanto, ove le posizioni delle parti intimate siano legate da un nesso di inscindibilità, come nel caso in cui sia in discussione la legittimazione alla pretesa esecutiva, il ricorso non può essere considerato tardivo nei confronti di una di esse, la cui presenza è necessaria nel giudizio di cassazione ai sensi dell'art. 331 c.p.c. Tuttavia, il ricorso è comunque inammissibile per la mancata formulazione del quesito di diritto ai sensi dell'art. 366-bis c.p.c., la cui abrogazione non ha prodotto effetti sul presente giudizio in virtù della relativa ultrattività, essendo tale requisito necessario anche per i motivi di violazione di norme del procedimento.