Cassazione penale Sez. I sentenza n. 5075 del 31 gennaio 2008

ECLI:IT:CASS:2008:5075PEN

Massima

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Il rifiuto di prestare il servizio militare per ragioni di coscienza, pur costituendo originariamente un reato ai sensi della Legge n. 230 del 1998, art. 14, comma 2, non integra più tale fattispecie a seguito delle successive modifiche legislative, in particolare con l'entrata in vigore della Legge n. 331 del 2000 e del D.Lgs. n. 215 del 2001, che hanno sospeso il servizio di leva obbligatorio, pur mantenendolo in specifiche situazioni e casi eccezionali. Pertanto, il fatto non è più previsto dalla legge come reato, essendosi verificata una successione di leggi penali nel tempo con effetti abroganti, per cui trova applicazione l'art. 2, comma 4, c.p. e il soggetto deve essere assolto. La giurisprudenza di legittimità ha consolidato tale orientamento, ritenendo che in tali ipotesi non si versi in una successione di leggi penali nel tempo con effetti retroattivi favorevoli, di cui all'art. 2, comma 2, c.p., ma in una situazione di parziale continuità normativa, in cui le nuove disposizioni devono considerarsi integratrici del precetto originario.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. GEMELLI Torquato - Presidente

Dott. MOCALI Piero - Consigliere

Dott. SANTACROCE Giorgio - Consigliere

Dott. GIORDANO Umberto - Consigliere

Dott. CAVALLO Aldo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) CO. AN., N. IL (OMESSO);

avverso SENTENZA del 02/05/2005 TRIBUNALE di FIRENZE;

visti gli atti, la sentenza ed il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA la relazione fatta dal Consigliere Dott. GIORDANO UMBERTO;

udito il Procuratore Generale in persona del Dott. CIAMPOLI L. che ha chiesto l'annullamento senza rinvio della sentenza impugnata perche' il fatto non e' previsto dalla legge come reat…

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