Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza è il seguente: Il giudice di merito, nel valutare la responsabilità penale degli imputati, deve compiere un'autonoma e approfondita analisi critica delle risultanze probatorie, senza limitarsi ad una mera adesione acritica alle argomentazioni del giudice di primo grado. Tuttavia, il sindacato di legittimità della Corte di Cassazione è circoscritto alla verifica della logicità e coerenza della motivazione, senza poter sostituire la propria valutazione a quella dei giudici di merito, salvo i casi di macroscopica illogicità o travisamento della prova decisiva. Inoltre, il giudice di merito può legittimamente ritenere attendibili le dichiarazioni della persona offesa, anche se costituita parte civile, ove siano prive di contraddizioni, spontanee e non motivate da finalità calunniose, e trovino riscontro in altri elementi probatori. Infine, il giudice può disporre l'acquisizione delle precedenti dichiarazioni testimoniali, ai sensi dell'art. 500 c.p.p. comma 4, ove ritenga che la scelta di non deporre in dibattimento sia stata condizionata da intimidazioni o pressioni, desumibili da elementi concreti emersi nel corso del processo.