Cassazione penale Sez. V sentenza n. 14877 del 20 aprile 2021

ECLI:IT:CASS:2021:14877PEN

Massima

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Il reato di atti persecutori (art. 612-bis c.p.) si configura quando l'agente pone in essere più condotte di minaccia o molestia, reiterate nel tempo, idonee a cagionare un perdurante e grave stato di ansia o di paura nella persona offesa, ovvero a determinare un mutamento delle sue abitudini di vita. L'elemento soggettivo del reato è integrato dal dolo generico, che richiede la consapevolezza dell'abitualità del proprio agire e dell'idoneità delle condotte a produrre uno degli eventi alternativamente previsti dalla norma incriminatrice, a prescindere dalle ragioni che hanno spinto l'imputato a perseguitare la vittima. La valutazione della sussistenza degli elementi costitutivi del reato, compresa l'attendibilità della persona offesa, rientra nell'ambito del giudizio di merito, non sindacabile in sede di legittimità se adeguatamente motivato.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. SABEONE Gerardo - Presidente

Dott. MICCOLI Grazia - rel. Consigliere

Dott. GUARDIANO Alfredo - Consigliere

Dott. SESSA Renata - Consigliere

Dott. BORRELLI Paola - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 11/03/2019 della CORTE APPELLO di PALERMO;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere GRAZIA MICCOLI;
letta la requisitoria del Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Dott. ODELLO Lucia, che ha concluso chiedendo la declaratoria di inammissibilita' del ricorso
RITENUTO IN FATTO
1. Con sentenza del 11 marzo 2019, la Corte di appello di Palermo ha confermato la pron…

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