Cassazione penale Sez. II sentenza n. 23077 del 29 maggio 2015

ECLI:IT:CASS:2015:23077PEN

Massima

Generata da Simpliciter
Il giudizio di pericolosità sociale ai fini dell'applicazione di misure di prevenzione personali nei confronti di soggetti indiziati di appartenenza ad associazioni di stampo mafioso non richiede una specifica motivazione in ordine all'attualità della pericolosità, una volta che tale appartenenza risulti adeguatamente dimostrata e non sussistano elementi dai quali desumere il venir meno del vincolo associativo per effetto di un recesso personale. Pertanto, il giudice è tenuto a verificare in concreto la persistenza della pericolosità sociale del proposto, senza poter presumere tale requisito sulla base del solo esito di un precedente procedimento penale, specie quando sia decorso un apprezzabile periodo di tempo dall'accertamento della fattispecie criminosa. Tuttavia, ove risulti provata l'appartenenza del soggetto all'associazione mafiosa e non emergano elementi indicativi di un suo distacco dal contesto criminale, il giudice può legittimamente desumere la sussistenza attuale della pericolosità sociale, senza necessità di una specifica e ulteriore motivazione in tal senso. Il giudizio di pericolosità sociale deve essere ancorato a elementi concreti e attuali, non potendosi fondare su una mera presunzione derivante da precedenti condanne o procedimenti penali, ma deve essere adeguatamente motivato sulla base di una valutazione complessiva della personalità e della condotta del soggetto, anche con riferimento a eventuali mutamenti intervenuti nel tempo.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. GENTILE Mario - Presidente

Dott. GALLO Domenico - Consigliere

Dott. DIOTALLEVI Giovanni - Consigliere

Dott. RECCHIONE Sandra - Consigliere

Dott. DI MARZIO Fabrizio - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso il decreto n. 65/2012 CORTE APPELLO di REGGIO CALABRIA, del 15/05/2014;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. FABRIZIO DI MARZIO.

RITENUTO IN FATTO

Con la ordinanza oggi impugnata la Corte di appello di Reggio Calabria, pronunciando sull'appello presentato nell'interesse di (OMISSIS), indiziato ai sensi dell'articolo 416 bis cod. pen., avverso il decreto emesso dal tribunale della medesima citta'…

Questo contenuto è riservato agli utenti registrati
Sentenze simili
Ricerca rapida tra milioni di sentenze
Trova facilmente ciò che stai cercando in pochi istanti. La nostra vasta banca dati è costantemente aggiornata e ti consente di effettuare ricerche veloci e precise.
Trova il riferimento esatto della sentenza
Addio a filtri di ricerca complicati e interfacce difficili da navigare. Utilizza una singola barra di ricerca per trovare precisamente ciò che ti serve all'interno delle sentenze.
Prova il potente motore semantico
La ricerca semantica tiene conto del significato implicito delle parole, del contesto e delle relazioni tra i concetti per fornire risultati più accurati e pertinenti.

Un nuovo modo di esercitare la professione

Offriamo agli avvocati gli strumenti più efficienti e a costi contenuti.