Il dolo di ricettazione può essere integrato anche in assenza di una prova diretta della consapevolezza della provenienza illecita della cosa, essendo sufficiente che l'imputato non abbia fornito una attendibile spiegazione circa l'origine del possesso della stessa, in quanto tale omissione è logicamente spiegabile con la volontà di occultare la provenienza delittuosa. Pertanto, il dolo di ricettazione nella forma eventuale sussiste quando l'agente ha consapevolmente accettato il rischio che la cosa acquistata o ricevuta fosse di illecita provenienza, non limitandosi ad una semplice mancanza di diligenza nel verificare tale provenienza. Inoltre, ai fini della configurabilità del reato di ricettazione, non è necessaria la compiuta individuazione del reato presupposto in ogni sua possibile sfaccettatura, essendo sufficiente che si abbia certezza del suo verificarsi. Infine, il riconoscimento dell'attenuante della particolare tenuità del danno patrimoniale ex art. 62 n. 4 c.p. non è automaticamente compatibile con la qualificazione del fatto ai sensi dell'art. 648 co. 2 c.p., in quanto la valutazione del danno patrimoniale può essere stata già considerata ai fini di tale ultima attenuante.