Cassazione penale Sez. I sentenza n. 40914 del 7 settembre 2017

ECLI:IT:CASS:2017:40914PEN

Massima

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Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza è il seguente: La nozione di continuazione, di cui all'art. 81, comma 2, c.p., presuppone l'anticipata e unitaria ideazione di più violazioni della legge penale, già insieme presenti alla mente del reo nella loro specificità, almeno a grandi linee, al momento dell'adesione al sodalizio criminoso. Tale situazione è ben diversa da una mera inclinazione a reiterare nel tempo violazioni della stessa specie, anche se dovuta a una determinata scelta di vita o a un programma generico di attività delittuosa da sviluppare secondo contingenti opportunità. La prova di detta congiunta previsione, poiché attiene all'interiorità psichica del soggetto, deve essere ricavata da indici esteriori significativi, come la tipologia dei reati, il bene giuridico offeso, le condotte, le modalità di commissione, la causale, l'omogeneità, la sistematicità, il contesto spaziale e temporale. Tali elementi, singolarmente considerati, non costituiscono indizi necessari di una programmazione unitaria, ma, aggiunti l'uno all'altro, incrementano la possibilità dell'accertamento dell'esistenza di un medesimo disegno criminoso, in proporzione logica corrispondente all'aumento delle circostanze indiziarie favorevoli. Pertanto, il vincolo di continuazione tra reato associativo e singoli reati fine non opera in modo automatico, ma richiede che le linee essenziali del reato fine siano state programmate, con sufficiente specificità, fin dal momento della costituzione del sodalizio criminoso, essendo esclusi dalla possibilità di essere unificati in continuazione quei reati che, pur rientrando nell'ambito di attività svolta nel quadro associativo, siano conseguenti a circostanze ed eventi contingenti od occasionali, non preventivamente ipotizzabili.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CORTESE Arturo - Presidente

Dott. MANCUSO Luigi Fabrizio - Consigliere

Dott. TALERICO Palma - Consigliere

Dott. MAGI Raffaello - Consigliere

Dott. MINCHELLA Antonio - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);
avverso l'ordinanza n. 10/2015 CORTE ASSISE APPELLO di ROMA, del 05/10/2015;
sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. ANTONIO MINCHELLA;
lette le conclusioni del PG Dott. SPINACI Sante che ha chiesto il rigetto del ricorso.
RILEVATO IN FATTO
Con ordinanza in data 05.10.2015 la 3 Corte di Assise di Appello di Roma rigettava l'istanza, avanzata da (OMISSIS), di riconoscimento della continuazione tra i reati di cui alla sentenza della I Corte di A…

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