Cassazione penale Sez. V sentenza n. 19886 del 24 maggio 2012

ECLI:IT:CASS:2012:19886PEN

Massima

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Il diritto all'immagine e alla riservatezza della persona non può essere leso arbitrariamente, ma può essere legittimamente compresso per esigenze di cronaca e di interesse pubblico, purché l'acquisizione e la diffusione dell'immagine avvengano con modalità proporzionate e non eccedenti rispetto allo scopo perseguito. Pertanto, l'esercizio del diritto di cronaca, pur prevalendo sul diritto all'immagine, non può giustificare condotte violente o coercitive nei confronti della persona ripresa, le quali integrano il reato di violenza privata. Tuttavia, qualora la persona oggetto di riprese reagisca in modo sproporzionato e lesivo nei confronti dell'operatore, tale reazione può essere scriminata dalla legittima difesa, pur se in forma eccedente, qualora sia stata provocata da un'ingiusta aggressione ai propri diritti. In tali casi, il giudice deve valutare attentamente la proporzionalità della reazione, tenendo conto di tutti i fattori della vicenda, al fine di stabilire se l'eccesso sia scusabile in ragione dello stato di concitazione in cui si è trovato l'agente.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. MARASCA Gennaro - Presidente

Dott. OLDI Paolo - rel. Consigliere

Dott. VESSICHELLI Maria - Consigliere

Dott. ZAZA Carlo - Consigliere

Dott. LAPALORCIA Grazia - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1. (OMISSIS), nato a (OMISSIS);

2. (OMISSIS), nate a (OMISSIS);

avverso la sentenza del 04/02/2011 della Corte di appello di Roma;

visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;

udita la relazione svolta dal consigliere ((omissis));

udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale Dr. CEDRANGOLO Oscar, che ha concluso chiedendo l'annullamento senza rinvio per …

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