Cassazione penale Sez. V sentenza n. 23557 del 4 agosto 2020

ECLI:IT:CASS:2020:23557PEN

Massima

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Il furto di oggetti lasciati occasionalmente all'interno di un'autovettura parcheggiata in luogo pubblico, pur costituendo un reato, non integra l'aggravante della esposizione a pubblica fede di cui all'art. 625, comma 1, n. 7 c.p., in quanto tali beni non possono considerarsi parti o dotazioni del veicolo stesso. Tuttavia, il danneggiamento del mezzo utilizzato per commettere il furto, come la rottura di un deflettore, può essere valutato ai fini del diniego della circostanza attenuante di cui all'art. 62, n. 4 c.p., relativa al modico valore del provento del reato. Inoltre, la presenza di precedenti penali per reati contro il patrimonio, come furto, furto tentato e ricettazione, può giustificare il mancato riconoscimento delle circostanze attenuanti generiche, in considerazione della pericolosità sociale del reo e della necessità di una risposta sanzionatoria adeguata. La valutazione complessiva delle circostanze, aggravanti e attenuanti, spetta al giudice di merito, il cui apprezzamento è sindacabile in sede di legittimità solo per vizi logici o errori di diritto, non per una diversa valutazione del materiale probatorio.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. PEZZULLO Rosa - Presidente

Dott. CALASELICE Barbara - Consigliere

Dott. SESSA Renata - Consigliere

Dott. MOROSINI Elisabet - rel. Consigliere

Dott. BORRELLI Paola - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 16/04/2019 della CORTE di APPELLO di PERUGIA;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
sentita la relazione svolta dal Consigliere Dr. ((omissis));
lette le conclusioni del Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale Dr. ((omissis)), che ha chiesto dichiararsi l'inammissibilita' del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1. Con la sentenza impugnata la Corte di appello di Perugia ha confermato la condann…

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