Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 45875 del 23 novembre 2012

ECLI:IT:CASS:2012:45875PEN

Massima

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Il rifiuto di fornire le proprie generalità a pubblici ufficiali nell'esercizio delle loro funzioni, pur in presenza di una precedente conoscenza personale tra le parti, integra il reato di cui all'art. 651 c.p. e non può essere scusato dall'errore incolpevole sulla sussistenza dell'obbligo di identificazione, in quanto l'ignoranza o l'erronea interpretazione della legge penale non producono effetti esimenti ai sensi dell'art. 47 c.p. L'atteggiamento di rifiuto e di resistenza opposto dal soggetto all'attività di identificazione svolta dai pubblici ufficiali, anche se preceduto da un diverbio con altri agenti, non costituisce una provocazione idonea a giustificare l'applicazione dell'attenuante di cui all'art. 62, n. 2, c.p., in quanto l'intervento dei pubblici ufficiali è da considerarsi legittimo e conforme ai loro doveri d'ufficio.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. SERPICO Francesco - Presidente

Dott. ROTUNDO Vincenzo - Consigliere

Dott. PAOLONI Giacomo - Consigliere

Dott. PETRUZZELLIS Anna - Consigliere

Dott. DI SALVO Emanuele - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS), nato a (OMISSIS);

avverso la sentenza in data 14/02/2011 della Corte di Appello di Firenze;

esaminati gli atti, la sentenza impugnata e i ricorsi;

udita in pubblica udienza la relazione del consigliere dott. ((omissis));

udito il pubblico ministero in persona del sostituto Procuratore Generale dott. MONTAGNA Alfredo, che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso.

MOTIVI DELLA DEC…

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