Cassazione penale Sez. II sentenza n. 41954 del 20 ottobre 2015

ECLI:IT:CASS:2015:41954PEN

Massima

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Il reato di estorsione si configura quando l'agente, mediante minaccia o violenza, costringe la vittima a consegnargli denaro o altre utilità, a prescindere dalla convinzione dell'agente di esercitare un diritto. Ciò in quanto l'elemento distintivo tra estorsione e ragion fattasi risiede nell'intenzionalità dell'agente, non nella possibilità di ricorrere all'autorità giudiziaria. Pertanto, anche qualora l'agente ritenga di agire in esecuzione di un proprio diritto, il reato di estorsione sussiste laddove manchi l'azione giudiziaria e l'agente si faccia giustizia da sé mediante minaccia o violenza. Le dichiarazioni rese dalla persona offesa, che assuma la veste di teste e non di indagato, sono pienamente utilizzabili contro i terzi, anche se contengono elementi autoindizianti, non essendo soggette al regime di inutilizzabilità previsto dall'art. 63 c.p.p. Inoltre, il giudice di merito gode di ampio potere di accertamento in ordine alla qualifica rivestita dal dichiarante al momento della deposizione, il cui apprezzamento, se congruamente motivato, è sottratto al sindacato di legittimità. Infine, la valutazione delle prove e la ricostruzione del fatto rientrano nella discrezionalità del giudice di merito e non possono essere sindacate in sede di legittimità, salvo vizi logici o motivazionali.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. GENTILE Mario - Presidente

Dott. TADDEI M. - rel. Consigliere

Dott. MACCHIA Alberto - Consigliere

Dott. DE CRESCIENZO Ugo - Consigliere

Dott. BELTRANI Sergio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato il (OMISSIS);
(OMISSIS) nato il (OMISSIS);
avverso la sentenza n. 1006/2014 della Corte d'appello di Messina, 2 sezione penale, del 08.10.2014;
visti gli atti, il provvedimento impugnato ed il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dr. Margherita B. Taddei;
udito il Pubblico Ministero in persona del Sostituto Procuratore generale, Dr. Mazzotta Gabriele, che ha concluso per l'inammissibilita' dei ricorsi.
MOTIVI DELLA DECISIONE
1. Con la sentenza indi…

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