Cassazione penale Sez. I sentenza n. 9217 del 2 marzo 2009

ECLI:IT:CASS:2009:9217PEN

Massima

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Il giudice di merito, nel valutare la sussistenza dei gravi indizi di colpevolezza e delle esigenze cautelari ai fini dell'applicazione della misura cautelare della custodia in carcere, deve fornire un'adeguata e logica motivazione che dia conto delle ragioni che lo hanno indotto a ritenere il quadro indiziario a carico dell'indagato sufficientemente grave da giustificare l'adozione di tale misura restrittiva della libertà personale. La Corte di cassazione, nell'esercizio della propria giurisdizione di legittimità, può solo verificare se il giudice di merito abbia rispettato tale obbligo motivazionale, senza poter riesaminare nel merito gli elementi di fatto posti a fondamento della decisione, essendo tale valutazione riservata in via esclusiva al giudice di merito. Pertanto, la motivazione del provvedimento cautelare non è viziata da mancanza o illogicità laddove il giudice di merito abbia adeguatamente illustrato, sulla base degli elementi probatori acquisiti, le ragioni per le quali ritiene sussistenti i gravi indizi di colpevolezza e le esigenze cautelari, senza che la Corte di cassazione possa sostituire la propria valutazione a quella del giudice di merito.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. FAZZIOLI Edoardo - Presidente

Dott. SILVESTRI Giovanni - Consigliere

Dott. VECCHIO Massimo - Consigliere

Dott. BONITO Francesco M. S - Consigliere

Dott. CAPOZZI Raffaele - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) CA. DO. N. IL (OMESSO);

avverso ORDINANZA del 04/08/2008 TRIB. LIBERTA' di MESSINA;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. CAPOZZI RAFFAELE;

lette/sentite le conclusioni del P.G. Dr. DELEHAYE Enrico, che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso;

udito il difensore Avv. AUTRU RYOLO Carlo, che ha chiesto l'accoglimento del ricorso.

FATTO E DIRITTO

Con ordinanza del 4.…

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