Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 19105 del 14 maggio 2024

ECLI:IT:CASS:2024:19105PEN

Massima

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Il pubblico ufficiale che, abusando della propria posizione, induce un privato a consegnargli denaro o altre utilità, sfruttando il timore di subire conseguenze negative in caso di rifiuto, integra il reato di induzione indebita di cui all'art. 319-quater c.p. Tuttavia, perché tale fattispecie sia configurabile, è necessario che il privato consegua un effettivo vantaggio indebito, non essendo sufficienti generiche e ipotetiche "benevolenze" da parte del pubblico agente. Qualora, invece, il pubblico ufficiale simuli l'esistenza di una situazione di pericolo immaginario per la vittima, inducendola a remunerarlo per ottenere la sua "protezione", la condotta integra il reato di truffa aggravata, e non quello di induzione indebita, in quanto manca la condizione di assoggettamento della persona offesa all'esercizio di una potestà altrui. Pertanto, il giudice deve accertare con precisione la natura del vantaggio conseguito dal privato e verificare se la condotta del pubblico ufficiale, anche dopo la cessazione delle sue funzioni, abbia concretamente leso o messo in pericolo l'interesse pubblico tutelato dalla norma incriminatrice.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta da:

Dott. DI STEFANO Pierluigi - Presidente

Dott. CRISCUOLO Anna - Consigliere

Dott. GALLUCCI Enrico - Relatore

Dott. DI NICOLA Travaglini Paola - Consigliere

Dott. D'ARCANGELO Fabrizio - Consigliere

ha pronunciato la seguente

SENTENZA
sul ricorso proposto da Mo.Ro., nato a C il (Omissis)
avverso la sentenza della Corte di appello di Venezia del 26/06/2023;
visti gli atti e la sentenza impugnata; esaminati i motivi del ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Enrico Gallucci;
lette le conclusioni scritte del Pubblico ministero, in persona del sostituto Procuratore generale Se.Vi., che ha chiesto che il ricorso venga dichiarato inammissibile; letta la memoria depositata dal difensore dell'imputato, Avvocato Iv.Ag., che ha insistito per l'accoglimento del ricorso.
RITENUTO IN FATTO

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