Cassazione penale Sez. IV sentenza n. 22494 del 9 giugno 2022

ECLI:IT:CASS:2022:22494PEN

Massima

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La condotta gravemente imprudente e negligente, che crea una situazione di allarme sociale e di doveroso intervento dell'autorità giudiziaria a tutela della sicurezza collettiva, pur non integrando gli estremi di un reato, può costituire colpa grave ostativa al riconoscimento del diritto all'equa riparazione per ingiusta detenzione. Rientrano in tale fattispecie i comportamenti ambigui e le frequentazioni con soggetti coinvolti in attività illecite, posti in essere con consapevolezza della loro pericolosità sociale, che rendano prevedibile, anche se non voluto, l'intervento cautelare dell'autorità giudiziaria. In tali ipotesi, la condotta del soggetto, valutata secondo il parametro dell'id quod plerumque accidit, assume rilevanza causale rispetto all'adozione e al mantenimento del provvedimento restrittivo della libertà personale, escludendo il diritto all'indennizzo, pur in presenza di una successiva pronuncia assolutoria.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUARTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. PEZZELLA Vincenzo - Presidente

Dott. VIGNALE Lucia - Consigliere

Dott. RANALDI Alessandro - Consigliere

Dott. DAWAN Daniela - rel. Consigliere

Dott. CIRESE Marina - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso l'ordinanza del 28/11/2019 della CORTE APPELLO di REGGIO CALABRIA;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dott. DANIELA DAWAN;
lette le conclusioni del PG.
RITENUTO IN FATTO
1. La Corte di appello di Reggio Calabria ha rigettato la domanda di (OMISSIS) di equa riparazione per l'ingiusta detenzione protrattasi in carcere per complessivi anni 4 e mesi 3 - da questi subita in quanto gravemente indiziato del delitto di cui all'articolo 416-bis …

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