Cassazione penale Sez. V sentenza n. 6425 del 13 febbraio 2015

ECLI:IT:CASS:2015:6425PEN

Massima

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Il reato di minaccia grave, di cui all'art. 612 c.p., comma 2, si configura quando la condotta minacciosa, anche se non accompagnata da gesti espliciti, sia percepita come tale dalle persone offese, sulla base di un giudizio di ragionevolezza e di normalità, tenuto conto del contesto in cui essa si manifesta e delle circostanze concrete del caso. La valutazione della sussistenza del reato non può essere esclusa per il solo fatto che vi siano incertezze o contraddizioni nelle dichiarazioni delle persone offese circa le modalità della condotta minacciosa, purché emerga con chiarezza che il comportamento dell'imputato sia stato percepito come minaccioso. Inoltre, la mancata concessione delle attenuanti generiche può essere legittimamente motivata dalla mancanza di collaborazione processuale ed extraprocessuale dell'imputato, a prescindere dalla sua incensuratezza.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. VESSICHELLI Maria - Presidente

Dott. MICCOLI Grazia - Consigliere

Dott. SETTEMBRE Antonio - Consigliere

Dott. POSITANO Gabriele - rel. Consigliere

Dott. LIGNOLA Ferdinando - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso la sentenza n. 69/2011 CORTE APPELLO di CAMPOBASSO, del 06/02/2014;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 24/11/2014 la relazione fatta dal Consigliere Dott. POSITANO GABRIELE;

Il Procuratore generale della Corte di Cassazione, Dott. DE AUGUSTINIS Umberto, conclude chiedendo l'inammissibilita' del ricorso.

Per la parte civile e' presente l'Avvocato (OMISSIS), anch…

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