La localizzazione di un impianto di distribuzione di carburanti liquidi e gassosi per l'autotrazione ad uso pubblico deve rispettare la destinazione urbanistica dell'area di sedime prevista dal piano regolatore generale, non essendo sufficiente la mera conformità alle disposizioni di settore dettate dalla normativa statale e regionale in materia. L'amministrazione comunale può legittimamente negare il permesso di costruire per l'installazione di un impianto di distribuzione carburanti qualora l'intervento edilizio risulti incompatibile con la classificazione urbanistica dell'area, in particolare se questa è destinata a zona agricola di salvaguardia paesaggistica ovvero gravata da vincolo espropriativo per la realizzazione di una rete viaria. La disciplina di settore contenuta nel d.lgs. n. 32/1998 e nella delibera regionale n. 8835/1999 non esime l'amministrazione dall'obbligo di verificare la conformità dell'impianto alla pianificazione urbanistica locale, atteso che tali norme rimettono espressamente ai Comuni e, in via sostitutiva, alle Regioni il compito di definire i requisiti e le caratteristiche delle aree sulle quali possono essere installati gli impianti distributivi, al fine di raccordare la disciplina di settore con la normativa urbanistica. Pertanto, il silenzio-assenso non può formarsi sulla domanda di permesso di costruire per l'installazione di un impianto di distribuzione carburanti qualora l'istanza risulti carente della documentazione prescritta dalla legge, come il certificato di prevenzione incendi, ovvero l'intervento edilizio sia in contrasto con la destinazione urbanistica dell'area, anche in presenza di una disciplina di settore che tende a liberalizzare l'attività.