Cassazione penale Sez. I sentenza n. 10819 del 30 marzo 2020

ECLI:IT:CASS:2020:10819PEN

Massima

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Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza è il seguente: Il riconoscimento della continuazione tra più reati, ai sensi dell'art. 81 comma 2 c.p., postula la sussistenza di un unico disegno criminoso, apprezzabile sulla base di elementi quali la distanza cronologica tra i fatti, le modalità della condotta, la tipologia dei reati, il bene tutelato, l'omogeneità delle violazioni, la causale, le condizioni di tempo e di luogo. Tuttavia, la sola constatazione di alcuni di tali elementi, purché significativi, può essere sufficiente per ritenere integrato il vincolo della continuazione, senza che sia necessaria la presenza di tutti gli indici sintomatici. Ciò nonostante, il riconoscimento della continuazione richiede che, al momento della commissione del primo reato, i successivi fossero stati programmati almeno nelle loro linee essenziali, non essendo sufficiente valorizzare la presenza di taluni degli indici suindicati se i successivi reati risultino comunque frutto di determinazione estemporanea. La valutazione in ordine alla sussistenza, in relazione alle concrete fattispecie, dell'unicità del disegno criminoso è compito del giudice di merito, la cui decisione sul punto, se congruamente motivata, non è sindacabile in sede di legittimità, dovendo il sindacato di questa Corte limitarsi alla verifica del rispetto delle regole della logica e della conformità ai canoni legali che presiedono all'apprezzamento delle circostanze fattuali.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. IASILLO Adriano - Presidente

Dott. SARACENO ((omissis)) - Consigliere

Dott. MANCUSO Luigi F - rel. Consigliere

Dott. CENTOFANTI Francesco - Consigliere

Dott. APRILE Stefano - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso l'ordinanza del 06/11/2018 della CORTE APPELLO di REGGIO CALABRIA;
udita la relazione svolta dal Consigliere MANCUSO LUIGI FABRIZIO;
Letta la requisitoria del Pubblico Ministero, in persona del Dott. FIMIANI Pasquale, Sostituto Procuratore generale della Repubblica presso questa Corte, che ha concluso chiedendo il rigetto del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1. Con atto rivolto alla Corte di appello di Reggio Calabria, in funzione di giudice dell…

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