Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza è il seguente: La partecipazione ad un'associazione per delinquere finalizzata all'acquisto, trasporto, commercio e cessione di ingenti quantitativi di stupefacenti può essere desunta da una pluralità di elementi convergenti, quali: le risultanze delle intercettazioni ambientali e telefoniche, i sequestri di partite di droga, i servizi di osservazione e controllo, la documentazione di viaggio acquisita e le dichiarazioni di collaboratori di giustizia, anche appartenenti ad organizzazioni diverse, che riferiscano in modo concordante dell'esistenza dell'associazione, della sua composizione e delle sue modalità operative. Il ruolo di mediatore e intermediario svolto dall'imputato nei confronti dei fornitori esteri e nella organizzazione dei trasporti e della distribuzione della droga sul territorio nazionale, la frequenza e la consistenza delle importazioni, nonché il fatto che il gruppo si sia fatto carico delle spese legali e del mantenimento dell'imputato dopo il suo arresto, costituiscono elementi idonei a dimostrare la sua consapevole e volontaria partecipazione all'associazione, a prescindere dalla durata della sua collaborazione. Inoltre, la conoscenza da parte dell'imputato delle modalità operative del sodalizio e dei suoi collegamenti con l'organizzazione criminale egemone sul territorio di destinazione della droga, giustifica l'applicazione delle aggravanti della transnazionalità e dell'agevolazione dell'attività di tale associazione di tipo mafioso, anche in assenza di una prova diretta del suo specifico intento di agevolarla, essendo sufficiente la rilevanza del suo contributo e la frequenza e consistenza delle importazioni.