Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 30023 del 29 luglio 2010

ECLI:IT:CASS:2010:30023PEN

Massima

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Il giudizio di pericolosità sociale finalizzato all'applicazione di misure di prevenzione personali nei confronti di soggetti indiziati di appartenenza ad associazioni di tipo mafioso non richiede una specifica motivazione sull'attualità della pericolosità, potendo questa essere esclusa solo in presenza di una prova certa del recesso dell'interessato dall'associazione criminosa. Pertanto, la valutazione prognostica di pericolosità sociale attuale può fondarsi anche su semplici indizi, come l'accertata commissione di gravi reati in contesti di criminalità organizzata, senza che assumano rilievo determinante eventuali precedenti provvedimenti giudiziari di natura cautelare che non abbiano riconosciuto la sussistenza di sufficienti indizi di appartenenza associativa. Il decorso del tempo dalla commissione dei reati o dalla partecipazione all'associazione mafiosa non è di per sé sufficiente a dimostrare la cessazione della pericolosità sociale, in assenza di elementi concreti e oggettivi che comprovino l'effettivo recesso del soggetto dall'ambiente criminale di riferimento.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. MANNINO Saverio F. - Presidente

Dott. GRAMENDOLA Francesco - Consigliere

Dott. CORTESE Arturo - Consigliere

Dott. IPPOLITO Francesco - Consigliere

Dott. PAOLONI Giacomo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

DA. An. , nato a (OMESSO);

avverso il decreto emesso in data 14/05/2009 dalla Corte di Appello di Bari nel procedimento di prevenzione instaurato nei suoi confronti;

esaminati gli atti, il ricorso e il provvedimento impugnato;

udita in camera di consiglio la relazione del consigliere Dott. PAOLONI Giacomo;

lette le richieste scritte del Procuratore Generale in Sede (sost. P.G. Dott. GALATI Giovanni), che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso.

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