Cassazione penale Sez. III sentenza n. 19125 del 9 maggio 2014

ECLI:IT:CASS:2014:19125PEN

Massima

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Il giudice di merito, nel valutare la sussistenza dei gravi indizi di colpevolezza ai fini dell'applicazione di una misura cautelare, è tenuto a motivare in modo esaustivo e logico il nesso tra gli elementi probatori acquisiti e la specifica condotta penalmente rilevante addebitata all'indagato, senza poter fondare il proprio convincimento su meri contatti dell'indagato con persone o cose successivamente risultate coinvolte nel reato, in assenza di ulteriori elementi che dimostrino, in modo concreto e specifico, la sua partecipazione al fatto criminoso. La motivazione deve altresì esaminare e confutare in modo adeguato le deduzioni difensive volte a escludere la sussistenza dei gravi indizi, senza poter far leva su elementi probatori non direttamente valutati dal giudice che ha emesso la misura cautelare.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE TERZA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. TERESI Alfredo - Presidente

Dott. ANDREAZZA Gastone - rel. Consigliere

Dott. ACETO Aldo - Consigliere

Dott. PEZZELLA Vincenzo - Consigliere

Dott. ANDRONIO Alessandro M. - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS), n. in (OMISSIS);

avverso la ordinanza del Tribunale di Roma in data 10/04/2013;

visti gli atti, il provvedimento denunziato e il ricorso;

udita la relazione svolta dal consigliere ((omissis));

udite le conclusioni del Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale ROMANO Giulio, che ha concluso per il rigetto del ricorso.

RITENUTO IN FATTO

1. (OMISSIS) propone ricorso per cassazione avverso la ordinanza del Tribunale …

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