Il provvedimento amministrativo di cessazione dell'attività di somministrazione di alimenti e bevande, adottato sulla base di una mera informativa di polizia che riferisce di una gestione del locale contro la volontà del titolare dell'autorizzazione, senza considerare gli elementi probatori contrari emersi in sede giurisdizionale civile, è illegittimo per carenza istruttoria e difetto di motivazione. Il principio di diritto affermato dalla sentenza è che l'Amministrazione, nell'adottare un provvedimento sanzionatorio che incide sull'esercizio di un'attività economica, è tenuta a compiere un'adeguata istruttoria, valutando tutte le risultanze probatorie disponibili, anche quelle emerse in sede giurisdizionale civile, e a motivare congruamente la propria decisione, senza limitarsi ad accogliere acriticamente le sole allegazioni di una delle parti in causa. Il provvedimento amministrativo deve essere sorretto da un'istruttoria completa e da una motivazione esaustiva, che dia conto di tutti gli elementi rilevanti ai fini della decisione, al fine di assicurare il rispetto dei principi di imparzialità, trasparenza e buon andamento dell'azione amministrativa.