Cassazione penale Sez. I sentenza n. 12746 del 22 marzo 2019

ECLI:IT:CASS:2019:12746PEN

Massima

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Il tentativo di omicidio si configura quando l'agente, pur non avendo realizzato l'evento morte, ha posto in essere una condotta idonea e diretta in modo non equivoco a cagionare la morte della vittima, agendo con dolo omicidiario, come desumibile dal numero dei colpi inferti, dai distretti vitali raggiunti, dalla natura e dalle dimensioni dello strumento utilizzato, nonché dalla coordinazione dell'azione con un concorrente. Tali elementi, unitamente alla mancanza dei presupposti per l'applicazione della scriminante della legittima difesa, anche in forma putativa, e dell'eccesso colposo, integrano gli estremi oggettivi e soggettivi del tentato omicidio, non consentendo la derubricazione del fatto al reato di lesioni personali volontarie. Il porto ingiustificato di strumento atto ad offendere si configura quando l'agente, senza giustificato motivo, si procura e porta con sé uno strumento idoneo a ledere l'integrità fisica altrui, a prescindere dall'effettivo utilizzo dello stesso nel corso dell'aggressione.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. MAZZEI Antonella P. - Presidente

Dott. FIORDALISI Domenico - Consigliere

Dott. BIANCHI Michele - Consigliere

Dott. BINENTI Roberto - rel. Consigliere

Dott. MAGI Raffaello - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 19/09/2017 della Corte di appello di Roma;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal consigliere Dott. ((omissis));
sentito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale Dott. ((omissis)), che ha concluso chiedendo il rigetto del ricorso;
udito l'Avv. (OMISSIS), in difesa di (OMISSIS), che ha concluso insistendo nell'accoglimento del ricorso.
RITENUTO IN F…

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