Cassazione penale Sez. V sentenza n. 18290 del 2 maggio 2019

ECLI:IT:CASS:2019:18290PEN

Massima

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Il reato di associazione di tipo mafioso, di cui all'art. 416-bis c.p., si caratterizza non tanto per gli scopi criminosi perseguiti dagli associati, che possono anche essere leciti, quanto per le modalità "mafiose" con cui tali scopi vengono realizzati, ovvero attraverso l'intimidazione e il conseguente assoggettamento e omertà che ne derivano. Pertanto, ai fini dell'integrazione della fattispecie, non è necessario che ciascun partecipe si renda protagonista di specifici atti esecutivi della condotta criminosa programmata, essendo sufficiente la sua permanente e incondizionata offerta di contributo, anche solo materiale, in favore del sodalizio mafioso, in quanto tale apporto rafforza il proposito criminoso degli altri associati e accresce le potenzialità operative e la complessiva capacità di intimidazione ed infiltrazione nel tessuto sociale dell'organizzazione. Inoltre, la forza di intimidazione che caratterizza il vincolo associativo può desumersi non solo da atti di minaccia e violenza, ma anche da comportamenti che, sebbene non violenti, siano evocativi dell'esistenza attuale, della fama negativa e del prestigio criminale dell'associazione, ovvero da altre circostanze obiettive idonee a dimostrare la capacità attuale del sodalizio, o di coloro che ad esso si richiamano, di incutere timore, essendo la violenza e la minaccia meri accessori eventuali, sottesi, diffusi e percepibili della forza di intimidazione. Pertanto, ai fini dell'accertamento dell'esistenza di un'associazione di tipo mafioso e della partecipazione ad essa, il giudice deve valutare complessivamente tutti gli elementi probatori, anche quelli non direttamente riconducibili alla commissione di specifici reati-fine, ma idonei a dimostrare la capacità di intimidazione e di assoggettamento del sodalizio, nonché il contributo offerto dal singolo partecipe.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. SABEONE Gerardo - Presidente

Dott. BELMONTE Maria T. - Consigliere

Dott. CALASELICE Barbara - Consigliere

Dott. SESSA Renata - Consigliere

Dott. SCORDAMAGLIA Ire - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
PROCURATORE GENERALE PRESSO CORTE D'APPELLO DI REGGIO CALABRIA;
nel procedimento a carico di:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 26/10/2017 della CORTE APPELLO di REGGIO CALABRIA;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere, Dott.ssa IRENE SCORDAMAGLIA;
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore, Dott…

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