Il condomino che impugna una delibera assembleare condominiale per asserita erroneità nella ripartizione delle spese deve dimostrare di avere un interesse concreto e rilevante, derivante da un apprezzabile pregiudizio personale alla propria posizione patrimoniale, non potendo coincidere tale interesse con quello, meramente astratto, alla legalità della gestione comune. In mancanza di tale dimostrazione, il giudice è dispensato dalla valutazione della nullità o annullabilità della delibera, essendo la valutazione dell'interesse all'impugnazione prodromica e strumentale rispetto alla decisione sul vizio della delibera. Inoltre, le contestazioni relative a errori nelle tabelle millesimali devono essere sollevate con apposita domanda ex art. 69 disp. att. c.c. e non possono inficiare la validità della delibera impugnata. Il condomino che non dimostri il proprio concreto interesse all'impugnazione della delibera assembleare, in quanto non leso nella propria posizione patrimoniale, è privo della legittimazione ad agire e la relativa domanda deve essere respinta, senza che il giudice debba entrare nel merito della validità della delibera stessa.