Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza è il seguente: Il ricorso per cassazione è inammissibile qualora i quesiti di diritto non siano formulati in modo specifico e risolutivo del punto controverso, non contengano la sintetica indicazione degli aspetti di fatto rilevanti, del modo in cui il giudice li ha decisi, né l'espressione della diversa regola di diritto sulla cui base il punto controverso avrebbe dovuto essere risolto, risultando altresì privi di decisività e di collegamento tale da consentire di individuare la soluzione adottata dalla sentenza impugnata e di precisare i termini della contestazione. Analogamente, il motivo con cui si denunzia vizio di motivazione è inammissibile qualora non rechi la chiara indicazione delle ragioni delle doglianze, rimettendone l'individuazione all'attività esegetica della Corte di Cassazione, non consentita in presenza di una formulazione carente di autosufficienza. Il rispetto di tali requisiti a pena di inammissibilità è richiesto dal combinato disposto degli artt. 366, 366-bis e 375 c.p.c., nella formulazione introdotta dal d.lgs. n. 40/2006.