Cassazione penale Sez. I sentenza n. 35620 del 5 agosto 2019

ECLI:IT:CASS:2019:35620PEN

Massima

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Il rifiuto di fornire le proprie generalità e i documenti di identificazione agli agenti di polizia municipale, nell'esercizio delle loro funzioni, integra il reato di rifiuto di fornire le proprie generalità di cui all'art. 651 c.p. Tuttavia, tale reato può essere escluso dalla causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto di cui all'art. 131-bis c.p., qualora il soggetto si sia spontaneamente recato presso il comando di polizia il giorno successivo al fatto per consentire la propria identificazione. Il giudice è tenuto a motivare espressamente in merito all'applicabilità di tale causa di non punibilità, qualora ne sia stata avanzata richiesta dalla difesa. Inoltre, il giudice non può dichiarare la decadenza della parte dalla prova testimoniale richiesta, in assenza di una esplicita rinuncia, quando tale prova era stata ritenuta rilevante e ammissibile in una precedente fase del procedimento, in quanto ciò configurerebbe una violazione degli artt. 495 e 496 c.p.p.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. IASILLO Adriano - Presidente

Dott. BINENTI Roberto - Consigliere

Dott. CENTOFANTI Francesco - Consigliere

Dott. DI GIURO Gaetano - Consigliere

Dott. CAIRO Antonio - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 11/05/2017 del TRIBUNALE di TIVOLI;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dott. CAIRO ANTONIO;
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Dott.ssa ZACCO FRANCA;
Il Proc. Gen. conclude per l'inammissibilita' del ricorso.
udito il difensore;
E' presente l'avvocato (OMISSIS) del foro di TIVOLI, sostituto processuale, come dichiarato …

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