Cassazione penale Sez. V sentenza n. 42589 del 27 settembre 2018

ECLI:IT:CASS:2018:42589PEN

Massima

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Il delitto di atti persecutori (c.d. stalking) si configura quando la condotta reiterata dell'agente, anche se non necessariamente caratterizzata da violenza o minaccia, determina nella vittima un progressivo stato di ansia e di paura, tale da incidere significativamente sulle sue abitudini di vita e da compromettere il suo equilibrio psicologico e la sua serenità. A tal fine, non è necessario che la vittima prospetti espressamente gli eventi lesivi previsti dalla norma, essendo sufficiente che la prova di essi possa desumersi dal complesso degli elementi fattuali acquisiti e dalla condotta stessa dell'agente, valutata nella sua idoneità concreta a cagionare gli eventi tipici. La reiterazione di condotte anche non violente, ma idonee a turbare la tranquillità e la libertà di autodeterminazione della persona offesa, integra il requisito della pluralità di atti persecutori, senza che rilevi la loro occasionalità o la prosecuzione da parte della vittima delle ordinarie attività lavorative e sociali. Inoltre, il delitto di atti persecutori, essendo caratterizzato dalla reiterazione di condotte, non consente l'applicazione della causa di esclusione della punibilità per particolare tenuità del fatto, prevista dall'art. 131-bis c.p. La determinazione della pena, se contenuta entro la media edittale, non richiede una specifica e dettagliata motivazione, essendo sufficiente che il parametro valutativo sia desumibile dal complessivo percorso argomentativo della sentenza. Infine, la liquidazione del danno morale in favore della persona offesa, essendo rimessa alla discrezionalità del giudice, è censurabile in sede di legittimità solo in caso di totale mancanza di motivazione o di macroscopica irragionevolezza.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. BRUNO Paolo - Presidente

Dott. SCOTTI Umberto - Consigliere

Dott. FIDANZIA Andrea - Consigliere

Dott. TUDINO A. - Rel. Consigliere

Dott. SCORDAMAGLIA Irene - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 24/02/2017 della CORTE APPELLO di ROMA;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dott.ssa Tudino Alessandrina;
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Dott.ssa ((omissis)) che ha concluso per l'inammissibilita';
la difesa di parte civile chiede l'inammissibilita' o il rigetto del ricorso dell'imputato e deposita nota spese;
l'Avv.to (…

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