Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 3501 del 23 gennaio 2014

ECLI:IT:CASS:2014:3501PEN

Massima

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Il reato di maltrattamenti in famiglia di cui all'art. 572 c.p. richiede la sussistenza di una condotta abituale di vessazioni, umiliazioni e privazioni, tale da cagionare sofferenze fisiche e morali alla persona offesa. Episodi di violenza fisica o minaccia, pur se gravi, non integrano il reato di maltrattamenti se non inseriti in un contesto di continue angherie e sopraffazioni, ma possono eventualmente configurare altri reati contro la persona. La valutazione della sussistenza del reato di maltrattamenti deve tenere conto del complessivo quadro probatorio, senza attribuire soverchia rilevanza a singole dichiarazioni della persona offesa, e deve considerare anche il clima di deterioramento dei rapporti tra i coniugi, le reciproche recriminazioni e il carattere episodico degli episodi di violenza, al fine di escludere la volontà dell'agente di sottoporre sistematicamente la vittima a vessazioni e umiliazioni.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. AGRO' Antonio - Presidente

Dott. ROTUNDO Vincenzo - Consigliere

Dott. LEO Guglielmo - Consigliere

Dott. DI SALVO Emanuele - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

Procuratore Generale della Repubblica presso la Corte d'Appello di Lecce - Sezione Distaccata di Taranto;

avverso la sentenza n. 12/2013 Corte di Appello di Lecce - Sez. Distaccata di Taranto del 10/01/2013 emessa nei confronti di:

(OMISSIS);

esaminati gli atti e letti il ricorso ed il provvedimento decisorio impugnato;

udita in pubblica udienza la relazione del consigliere dott. ((omissis));

udito il pubblico ministero in persona del sostituto P.G., dott…

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