ECLI:IT:CASS:2002:41205PEN
FATTO E DIRITTO
F. D. G. ha proposto ricorso avverso la sentenza della corte d'appello dell'Aquila con la quale era stata confermata la condanna a mesi due di reclusione, convertiti in lire 4,5 milioni di multa, per i reati -uniti in continuazione- di cui agli artt. 483, e 56, 48-480 c.p. All'imputato era contestato di aver falsamente affermato, in una dichiarazione sostitutiva dell'atto di notorietà, che i lavori edilizi per i quali aveva chiesto il condono erano stati completati prima del 31.12.1993, e di aver posto in essere -con la dichiarazione suddetta- atti idonei ad indurre i competenti organi comunali al rilascio di una falsa concessione in sanatoria.
La corte dell'Aquila, nel confermare la sentenza di primo grado anche in relazione al reato di cui agli artt. 56-48 e 480 c.p., richiamava la giurisprudenza di legittimità secondo cui è ammissibile il tentativo nel delitto di falso per induzione ove, con una valutazione ex ante, risulti la idone…
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