Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza può essere così sintetizzato: Il giudice, nell'esercizio del proprio potere discrezionale di valutazione delle prove e di ricostruzione dei fatti, è tenuto a motivare adeguatamente le proprie decisioni, esplicitando con chiarezza le ragioni di fatto e di diritto poste a fondamento delle stesse. Tale obbligo di motivazione, previsto dall'art. 111 Cost. e dall'art. 132 c.p.c., costituisce una garanzia imprescindibile del giusto processo e del diritto di difesa delle parti, in quanto consente il controllo sulla correttezza e ragionevolezza dell'iter logico-giuridico seguito dal giudice. La motivazione deve pertanto essere logica, coerente e completa, dando conto di tutti gli elementi rilevanti ai fini della decisione e confutando in modo esauriente le eventuali argomentazioni difensive contrarie. Solo una motivazione adeguata, che renda manifesto il percorso argomentativo seguito, permette alle parti di comprendere le ragioni della decisione e di esercitare efficacemente il diritto di impugnazione. Il mancato rispetto di tale obbligo di motivazione, ovvero una motivazione meramente apparente o insufficiente, integra un vizio di legittimità che comporta la cassazione della decisione impugnata.