Il mutamento della disciplina normativa di un reato, con la sospensione del servizio militare di leva, non comporta l'abolitio criminis ai sensi dell'art. 2, comma 2, c.p., tale da determinare la revoca della sentenza di condanna divenuta irrevocabile. Infatti, pur essendo stata ridisegnata la fattispecie penale, permane l'interesse al regolare reclutamento finalizzato anche in tempo di pace a far conseguire la necessaria istruzione militare, di modo che, ove le situazioni lo richiedano, il cittadino possa adempiere al dovere di difendere la patria. Pertanto, permanendo la rilevanza del disvalore sociale della condotta di rifiuto del servizio militare, il rapporto fra la previgente disciplina in materia e quella nuova più favorevole deve essere inquadrato nell'ambito delle previsioni di cui all'art. 2, comma 4, c.p., con la conseguenza che la successione di leggi nel tempo non può influenzare le statuizioni oramai coperte dal giudicato.