La concessione edilizia in sanatoria rilasciata dal Comune ai sensi dell'art. 32 del D.L. n. 269/2003 (c.d. terzo condono edilizio) è legittima anche per le opere realizzate in base a concessione edilizia originaria successivamente annullata in sede giurisdizionale, purché rispettati i limiti di cubatura previsti dalla normativa sul condono. L'annullamento giurisdizionale del titolo edilizio non costituisce di per sé una fattispecie autonoma di abuso edilizio, ma rileva ai fini della classificazione dell'intervento come ampliamento, nuova costruzione, difformità ecc. e della conseguente possibilità di sanare l'opera in base alla specifica disciplina del condono. Pertanto, il Comune può legittimamente rilasciare la concessione in sanatoria, entro i limiti di cubatura previsti, anche per le opere realizzate in forza di un titolo edilizio successivamente annullato, senza che ciò comporti violazione del giudicato che ha disposto l'annullamento. Il termine di 120 giorni per la presentazione della domanda di condono decorre dalla comunicazione dell'annullamento del titolo edilizio e non dalla data del passaggio in giudicato della relativa sentenza, atteso che i proprietari delle unità immobiliari non erano parti del precedente giudizio e non possono ritenersi destinatari della comunicazione del provvedimento giurisdizionale. Infine, la sussistenza di un vincolo paesaggistico sull'area deve essere specificamente provata dalla parte che ne eccepisce l'esistenza, non potendo desumersi dalla mera prossimità dell'immobile al mare o da generiche prescrizioni contenute nel titolo edilizio originario.