Il pubblico ufficiale che, abusando della sua qualità o dei suoi poteri, costringe taluno a dare o a promettere indebitamente denaro o altra utilità, commette il delitto di concussione, a prescindere dall'effettiva sussistenza di uno stato di soggezione o di timore nel privato. Infatti, ai fini della configurabilità del tentativo di concussione, è sufficiente che il comportamento del pubblico ufficiale abbia oggettiva efficacia intimidatoria, senza che assuma rilievo l'effettiva creazione di uno stato di timore nel privato. Inoltre, il delitto di corruzione si realizza quando il pubblico ufficiale, in ragione delle sue funzioni, accetta la dazione o la promessa di denaro o altra utilità indebita, a prescindere dalla sussistenza di un previo accordo corruttivo. Pertanto, il pubblico ufficiale che, abusando dei suoi poteri, costringe il privato a dargli indebitamente denaro o altra utilità, ovvero che accetta la dazione o la promessa di denaro o altra utilità indebita, commette rispettivamente i delitti di tentata concussione e di corruzione, a prescindere dall'effettiva sussistenza di uno stato di soggezione o di timore nel privato o di un previo accordo corruttivo.