Cassazione penale Sez. V sentenza n. 39016 del 4 ottobre 2012

ECLI:IT:CASS:2012:39016PEN

Massima

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La minaccia, ai fini della configurabilità del reato di cui all'art. 612 c.p., sussiste anche quando la prospettazione di un male futuro e ingiusto derivi dall'esercizio di una facoltà legittima, purché tale facoltà sia utilizzata per scopi diversi da quelli per cui è tipicamente preordinata dalla legge, senza che sia necessaria la concreta intimidazione della persona offesa, essendo sufficiente l'idoneità della condotta ad intimidirla. L'inidoneità della minaccia, ai sensi dell'art. 49 c.p., richiede l'oggettiva irriconoscibilità del male ingiusto, non essendo sufficiente la mera improbabilità che il male si verifichi in futuro. Pertanto, il giudice di merito, nel valutare la sussistenza degli elementi oggettivo e soggettivo del reato di minaccia, deve tenere conto del contesto in cui le espressioni minacciose sono state utilizzate e del rapporto intercorrente tra l'autore della minaccia e la persona offesa, senza limitarsi a un'interpretazione letterale delle espressioni utilizzate.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. ZECCA Gaetanino - Presidente

Dott. SAVANI Pietro - Consigliere

Dott. PALLA Stefano - rel. Consigliere

Dott. SABEONE Gerardo - Consigliere

Dott. MICHELI Paolo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) (OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso la sentenza n. 27/2010 TRIBUNALE di MILANO, del 18/01/2011;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 20/07/2012 la relazione fatta dal Consigliere Dott. STEFANO PALLA;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. VOLPE G. che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso.

FATTO E DIRITTO

(OMISSIS), a mezzo del proprio difensore, ricor…

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