Il mancato risarcimento del danno derivante dal silenzio-inadempimento della pubblica amministrazione è subordinato all'onere probatorio a carico della parte che si assume danneggiata, in applicazione dei principi di cui agli artt. 2697 c.c. e 64 co. 1 c.p.a. Pertanto, la domanda di risarcimento danni formulata in assenza di elementi probatori idonei a dimostrare il danno subito deve essere respinta, in quanto non risulta sufficientemente provata. La pubblica amministrazione, infatti, non è tenuta al risarcimento del danno in assenza di una prova rigorosa e puntuale del pregiudizio lamentato dal ricorrente. Il giudice amministrativo, in tali evenienze, è tenuto a rigettare la domanda risarcitoria, in applicazione del principio secondo cui l'onere della prova grava sulla parte che si assume danneggiata. Tale principio trova applicazione anche nel caso di silenzio-inadempimento della pubblica amministrazione, in cui il ricorrente è onerato di provare il danno subito a causa dell'inerzia dell'amministrazione, senza che possa ritenersi sufficiente la mera affermazione del danno nelle conclusioni del ricorso. Il giudice, pertanto, non può condannare l'amministrazione al risarcimento del danno in assenza di una prova rigorosa e puntuale del pregiudizio lamentato, essendo tenuto a respingere la domanda risarcitoria ove essa risulti apodittica e priva di adeguato supporto probatorio.