Il falso commesso su un atto pubblico fidefaciente, quale il verbale di riunione di un organo collegiale, integra il delitto di falso ideologico, anche in assenza di uno specifico intento di nuocere o di trarre in inganno. La falsa attestazione della presenza di un componente dell'organo, infatti, rientra tra le circostanze coperte dalla fede privilegiata che assiste l'atto pubblico, essendo idonea a ledere la pubblica fede e l'affidamento dei terzi, a prescindere dall'effettiva validità o efficacia probatoria dell'atto medesimo. Pertanto, la falsa attestazione della presenza di un componente in un verbale di riunione di un organo pubblico collegiale, quale la commissione edilizia integrata, integra il delitto di falso ideologico in atto pubblico, essendo irrilevanti la mancanza di un intento di nuocere o di trarre in inganno, la gratuità della partecipazione o la riscontrata validità dell'atto, in quanto tali elementi attengono all'eventuale individuale motivo sotteso alla condotta e non all'idoneità della stessa a ledere la fede pubblica e il conseguente affidamento dei terzi. Inoltre, il verbale di riunione di un organo pubblico collegiale, in quanto atto pubblico, gode della fede privilegiata di cui all'art. 2700 c.c., sicché la falsa attestazione di presenza di un componente rientra tra le circostanze coperte da tale fede, indipendentemente dalla natura endoprocedimentale dell'atto e dalla sua efficacia probatoria esterna.