Il decreto di condanna emesso ai sensi dell'art. 3 della legge n. 89/2001 per l'irragionevole durata di un processo ha natura decisoria e idonea ad assumere valore ed efficacia di giudicato, rendendo ammissibile il ricorso per ottemperanza volto ad ottenere l'adempimento della pronuncia di condanna del Ministero della Giustizia al pagamento di una somma a titolo di equa riparazione. Decorso il termine dilatorio di 120 giorni previsto dalla legge, il giudice amministrativo ordina al Ministero, nella persona del Dirigente Generale responsabile, di provvedere al pagamento della somma dovuta entro un termine perentorio, con la nomina di un commissario ad acta in caso di inutile decorso del termine, e dispone la trasmissione degli atti alla Procura regionale della Corte dei Conti per le eventuali conseguenze in termini di danno erariale derivanti dal mancato adempimento delle pronunce di condanna. Tale orientamento giurisprudenziale si fonda sulla natura decisoria del decreto di equa riparazione, idoneo a formare giudicato, e sulla necessità di assicurare l'effettività della tutela riconosciuta dalla legge n. 89/2001 per il mancato rispetto del termine ragionevole di durata del processo, evitando che l'inerzia dell'Amministrazione determini un ulteriore pregiudizio per i ricorrenti.