Cassazione penale Sez. III sentenza n. 34234 del 22 settembre 2010

ECLI:IT:CASS:2010:34234PEN

Massima

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Il pericolo di reiterazione del reato, quale esigenza cautelare ai sensi dell'art. 274, comma 1, lett. c) c.p.p., può essere desunto anche dalla specifica e concreta modalità di realizzazione del fatto, senza che sia necessaria la sussistenza di precedenti penali o di una pregressa pericolosità sociale dell'indagato, essendo sufficiente che il giudice indichi gli elementi che, nel singolo caso, rendono ragionevolmente idonea la misura cautelare adottata a soddisfare le ravvisate esigenze cautelari, anche in assenza di una pregressa condotta criminale dell'indagato. Il giudice, pertanto, nel valutare la sussistenza del pericolo di reiterazione del reato, non può escludere aprioristicamente l'applicazione di una misura cautelare a carico di soggetti incensurati o non avvezzi al crimine, dovendo invece verificare, sulla base delle concrete modalità di realizzazione del fatto, se sussistano elementi idonei a far ritenere ragionevolmente probabile la reiterazione di analoghi illeciti.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE TERZA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. DE MAIO Guido - Presidente

Dott. SQUASSONI Claudia - Consigliere

Dott. GENTILE Mario - Consigliere

Dott. FIALE Aldo - rel. Consigliere

Dott. SARNO Giulio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) NU. PE. EL. , N. IL (OMESSO);

avverso l'ordinanza n. 834/2010 TR1B. LIBERTA' di ROMA, del 31/03/2010;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. ALDO FIALE;

sentite le conclusioni del PG Dott. MONTAGNA Alfredo, il quale ha chiesto l'annullamento con rinvio dell'ordinanza impugnata.

FATTO E DIRITTO

Il Tribunale di Roma, con ordinanza del 31.3.2010, rigettava la richiesta di riesame, propost…

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