Il diniego di condono edilizio è un atto vincolato della pubblica amministrazione, per il quale non è necessaria la comunicazione di avvio del procedimento ex art. 10-bis della legge n. 241 del 1990, in quanto l'amministrazione non ha alcuno spazio di discrezionalità e non può adottare provvedimenti diversi da quello di diniego. Inoltre, il condono edilizio di opere abusive realizzate in aree sottoposte a specifici vincoli, come il Parco Agricolo Sud di Milano, è ammesso esclusivamente per gli interventi di minore rilevanza indicati ai numeri 4, 5 e 6 dell'allegato 1 del d.l. n. 269 del 2003 (restauro, risanamento conservativo e manutenzione straordinaria), previo parere favorevole dell'autorità preposta alla tutela del vincolo, mentre non sono in alcun modo suscettibili di sanatoria le opere abusive di cui ai numeri 1, 2 e 3 del medesimo allegato, come nel caso di specie in cui l'intervento di trasformazione da deposito ad abitazione ha comportato un oggettivo aumento volumetrico. Il legislatore regionale, nell'esercizio delle proprie prerogative, può introdurre una disciplina di maggiore rigore rispetto a quella nazionale, senza con ciò violare il riparto di competenze legislative tra Stato e Regioni in materia di governo del territorio, in quanto il suo compito è quello di farsi garante dei valori paesaggistici-ambientali, anche adottando un regime più restrittivo di quello previsto dal legislatore nazionale.