Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 10125 del 11 marzo 2024

ECLI:IT:CASS:2024:10125PEN

Massima

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Il delitto di corruzione propria postula un patto sinallagmatico in cui siano dedotti l'atto dell'ufficio e la prestazione di un'utilità, non essendo sufficiente la mera dazione o promessa di denaro o altra utilità in favore del pubblico ufficiale o del terzo. Ai fini della configurabilità di tale fattispecie, è necessario accertare: a) se l'atto sia stato posto in essere in violazione delle specifiche regole che disciplinano l'esercizio del potere discrezionale; b) se l'interesse pubblico sia stato in concreto condizionato dalla "presa in carico" dell'interesse del privato corruttore. Ove tale duplice verifica abbia esito negativo, risultando che l'interesse pubblico tipizzato dalla norma attributiva del potere è stato comunque soddisfatto, il fatto integrerà la fattispecie di cui all'art. 318 c.p. (corruzione per l'esercizio della funzione). Inoltre, in tema di reati contro la pubblica amministrazione, il pericolo di reiterazione di cui all'art. 274, lett. c), c.p.p. può ritenersi sussistente anche nei confronti di soggetto in posizione di rapporto organico con l'amministrazione che risulti sospeso dal servizio, purché sia fornita adeguata e logica motivazione in merito all'irrilevanza della sopravvenuta sospensione, con riferimento alle circostanze di fatto che concorrono a evidenziare la probabile rinnovazione, da parte del predetto, di analoghe condotte criminose nella mutata veste di soggetto ormai estraneo e, quindi, di concorrente in reato proprio commesso da altri soggetti muniti della qualifica richiesta.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta da

Dott. FIDELBO Giorgio - Presidente -

Dott. VILLONI Orlando - Consigliere -

Dott. GALLUCCI Enrico - Consigliere -

Dott. VIGNA ((omissis)) - Consigliere -

Dott. TRIPICCIONE Debora - Relatore -

ha pronunciato la seguente

SENTENZA
sul ricorso proposto da
Pa.Fr. nata a C il Omissis
avverso l'ordinanza emessa il 19 luglio 2023 dal Tribunale di Messina
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal ((omissis))
udite le richieste del Pubblico Ministero, in persona del ((omissis)), che ha concluso per il rigetto del ricorso;
udito il difensore, Avv. Gi.L., che ha concluso per l'accoglimento del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1. Con l'ordinanza impugnata il Tribunale Messina, accogliendo parzialmente l'istanza di riesame presentata da Pa.Fr. avverso…

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