Il Tribunale Amministrativo Regionale, nell'esercizio dei propri poteri di sindacato giurisdizionale sugli atti di programmazione e pianificazione della spesa sanitaria adottati dal Commissario ad acta per l'attuazione del piano di rientro dal disavanzo del settore sanitario della Regione Molise, afferma che la determinazione dei limiti massimi di finanziamento per le prestazioni sanitarie erogate dagli operatori privati accreditati, acquistabili dal Sistema Sanitario Regionale, è legittima in quanto: 1) Rispetta il principio di affidamento degli operatori privati, in quanto le modifiche all'assetto negoziale precedente erano ampiamente prevedibili alla luce dei pregressi provvedimenti commissariali, adottati anche per l'esercizio 2019 e successivamente annullati in sede giurisdizionale per vizi procedimentali, che avevano già anticipato gli indirizzi della nuova impostazione regolatoria. 2) Non viola i diritti partecipativi degli operatori privati, trattandosi di atti di programmazione generale per i quali la legge non prevede una specifica partecipazione procedimentale. 3) È ragionevole e proporzionata all'interesse pubblico al contenimento della spesa sanitaria e al risanamento del disavanzo del settore, nel rispetto dei vincoli imposti dal piano di rientro, non essendo necessaria un'analitica istruttoria e motivazione in presenza di tali imprescindibili esigenze di carattere finanziario. 4) È legittima anche l'imposizione di un tetto di spesa invalicabile per le prestazioni erogate in favore di pazienti extraregionali, in quanto tale misura, pur non determinando costi diretti per la Regione Molise, è comunque necessaria per assicurare il controllo e la programmazione della spesa sanitaria complessiva a livello nazionale.