Cassazione penale Sez. V sentenza n. 2514 del 22 gennaio 2020

ECLI:IT:CASS:2020:2514PEN

Massima

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Il giudice di merito, nell'applicare una misura di prevenzione personale, è tenuto a motivare in modo puntuale e specifico l'inquadramento del soggetto in una delle categorie criminologiche tipizzate dal D.Lgs. n. 159 del 2011, articoli 1 e 4, al fine di accertarne la pericolosità sociale attuale. La mera elencazione di precedenti penali e pendenze giudiziarie, senza adeguata valutazione e correlazione con le fattispecie normative, non è sufficiente a fondare il giudizio di pericolosità. Il provvedimento deve altresì indicare gli elementi concreti e oggettivamente controllabili che denotano la probabilità di future condotte delittuose, evitando valutazioni basate su meri sospetti, illazioni o congetture. Inoltre, il giudice è tenuto a pronunciarsi sulla durata della misura, motivando adeguatamente in relazione al grado di pericolosità sociale accertato. Il mancato rispetto di tali presupposti determina l'annullamento del provvedimento per vizio di motivazione.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. MICCOLI Grazia - Presidente

Dott. ROMANO Michele - rel. Consigliere

Dott. SESSA Renata - Consigliere

Dott. CAPUTO Angelo - Consigliere

Dott. BORRELLI Paola - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso il decreto del 17/04/2019 della Corte di appello di Catanzaro;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dott. ROMANO Michele;
lette le richieste del Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Generale Dott.ssa CESQUI Elisabetta, che ha concluso chiedendo che il ricorso sia dichiarato inammissibile.
RITENUTO IN FATTO
1. Con il decreto indicato in epigrafe la Corte di appello di Catanzaro, dec…

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