Il Tribunale Amministrativo Regionale, nell'esaminare il ricorso avverso l'ordinanza di sgombero e immissione in possesso di un immobile abusivo, afferma i seguenti principi di diritto: 1. L'organo burocratico del Comune che ha adottato l'ordinanza di sgombero non ha illegittimamente esercitato i poteri di cui all'art. 31, comma 5, del D.P.R. n. 380/2001, in quanto la precedente sentenza del TAR che aveva annullato il diniego di condono edilizio relativo ad una parte dell'immobile non precludeva l'adozione dell'ordinanza di sgombero per la restante parte abusiva, di proprietà del Comune. 2. L'ordinanza di sgombero è stata adeguatamente motivata e preceduta dagli atti istruttori necessari, come i verbali di accertamento della Polizia Municipale e le note del Comune che hanno individuato puntualmente l'immobile da acquisire, senza che il ricorrente abbia dimostrato di essere stato concretamente pregiudicato da eventuali carenze contenutistiche del provvedimento. 3. Il ricorrente, in quanto figlio del proprietario originario, non può sottrarsi all'ordinanza di sgombero in quanto non ha dimostrato di essere comproprietario dell'immobile abusivo, essendo l'acquisto della comproprietà per successione ereditaria un fatto che egli avrebbe dovuto provare. 4. L'omessa comunicazione di avvio del procedimento di convalida dell'acquisizione dell'immobile abusivo non determina l'annullabilità del provvedimento, in quanto il suo contenuto dispositivo non avrebbe potuto essere diverso, trattandosi di atto vincolato. In conclusione, il Tribunale Amministrativo Regionale rigetta sia il ricorso principale che il ricorso per motivi aggiunti, ritenendo legittimi i provvedimenti impugnati.