Cassazione penale Sez. V sentenza n. 23016 del 9 giugno 2008

ECLI:IT:CASS:2008:23016PEN

Massima

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La mancata identificazione del proponente della querela non comporta l'invalidità della stessa, trattandosi di una mera irregolarità amministrativa che non incide sulla procedibilità dell'azione penale. Il giudice di merito, nel valutare le emergenze probatorie, gode di ampia discrezionalità nella ricostruzione del fatto storico, e la diversa prospettazione del ricorrente si risolve in una mera offerta di una valutazione alternativa, non idonea a integrare il vizio di motivazione. L'identificazione del soggetto che presenta la querela può essere effettuata anche successivamente, mediante il verbale di ratifica in calce all'atto, senza che ciò pregiudichi la validità della querela stessa. Il principio di diritto che emerge dalla sentenza è che la mancata identificazione del proponente della querela non determina l'invalidità della stessa, trattandosi di una mera irregolarità amministrativa, e che il giudice di merito gode di ampia discrezionalità nella valutazione delle prove, non integrando il vizio di motivazione la mera prospettazione di una diversa ricostruzione del fatto storico.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTAPENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. FERRUA Giuliana - Presidente

Dott. AMATO Alfonso - Consigliere

Dott. MARASCA Gennaro - Consigliere

Dott. SANDRELLI ((omissis)) - Consigliere

Dott. VESSICHELLI Maria - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA/ORDINANZA

sul ricorso proposto da:

1) RU. GI. N. IL (OMESSO);

aveva SENTENZA del 07/03/2007 TRIBUNALE di CASSINO;

visti gli atti, la sentenza ed il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA la relazione fatta dal Consigliere Dott. ((omissis));

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. S. Consolo, che ha concluso per l'inamm.ta'.

MOTIVI DELLA DECISIONE

Ru. Gi. e' stata condannata dal giudice di pace…

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