Cassazione penale Sez. II sentenza n. 21790 del 17 maggio 2019

ECLI:IT:CASS:2019:21790PEN

Massima

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Il delitto di estorsione si configura quando l'agente, anche senza esplicite minacce, sfrutta la propria caratura criminale e la forza intimidatrice promanante dalla sua appartenenza ad un'associazione mafiosa, per costringere la vittima a consegnargli un ingiusto profitto, anche se questo è finalizzato al recupero di un credito. Ciò in quanto l'esercizio della violenza costituisce un pretesto per conseguire un profitto illecito che non avrebbe potuto formare oggetto di una domanda giudiziaria, essendo la pretesa creditoria derivante da un accordo avente causa illecita. In tali casi, la possibilità di ricorrere al giudice non può essere valutata solo con riguardo all'opinione soggettiva dell'agente, ma deve esistere oggettivamente in base all'ordinamento giuridico che l'agente stesso è tenuto ad osservare. Pertanto, integra il delitto di estorsione e non quello di esercizio arbitrario delle proprie ragioni, la condotta di colui che, incaricato dell'esazione di un credito per conto di un terzo, ponga in essere attività intimidatorie anche per il conseguimento di un proprio profitto, sfruttando la propria appartenenza ad un'associazione mafiosa per incutere timore nella vittima e coartarne la volontà. In tali casi, la sussistenza della circostanza aggravante di cui all'art. 7 del D.L. n. 152/1991 non richiede la prova dell'effettiva agevolazione dell'associazione mafiosa, essendo sufficiente accertare l'oggettiva finalizzazione dell'azione all'agevolazione del gruppo criminale.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. DE CRESCIENZO Ugo - Presidente

Dott. IMPERIALI Luciano - Consigliere

Dott. BELTRANI Sergio - Consigliere

Dott. AIELLI L. - rel. Consigliere

Dott. DI PISA Fabio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza della Corte d'appello di Napoli del 10/10/2017;
visti gli atti, la sentenza impugnata ed il ricorso;
udita la relazione svolta dal consigliere Dott. Lucia Aielli;
udito il Pubblico Ministero in persona del Sostituto Procuratore generale, Dott. Romano Giulio, che ha concluso chiedendo il rigetto del ricorso;
uditi i difensori avv.ti (OMISSIS) il quali hanno concluso chiedendo l'accoglimento del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1. La Corte …

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