Il comportamento violento e persecutorio del coniuge, che limita la libertà di movimento della vittima e le arreca lesioni fisiche e psicologiche, integra i reati di maltrattamenti in famiglia, sequestro di persona e lesioni personali, anche se non accompagnato da gravi minacce o violenze. Il giudice, nel valutare la credibilità della persona offesa e la sussistenza dei reati, deve tenere conto delle risultanze processuali, come le dichiarazioni testimoniali, i referti medici e le parziali ammissioni dell'imputato, senza essere vincolato da un'errata percezione della personalità della vittima. Il diniego delle attenuanti generiche è giustificato dalla gravità oggettiva dei fatti e dalla personalità violenta dell'imputato, emergente dalle modalità di commissione dei reati. La tutela della vittima di violenza domestica prevale sulle esigenze di riservatezza dell'imputato, giustificando la pubblicazione della sentenza con l'oscuramento dei soli dati identificativi.