La condanna per il reato di partecipazione ad associazione finalizzata al traffico di stupefacenti, anche se aggravata dalla disponibilità di armi, costituisce titolo ostativo all'applicazione dell'indulto previsto dalla legge n. 241 del 2006, in quanto la norma fa riferimento a "tutte le ipotesi previste dai commi 1, 4 e 5" dell'art. 74 del D.P.R. n. 309 del 1990, senza distinzione tra le diverse fattispecie di promozione, direzione, organizzazione o partecipazione all'associazione. L'autonomia della fattispecie di partecipazione rispetto a quella di promozione, direzione e organizzazione non rileva ai fini dell'applicazione della preclusione all'indulto, in quanto la legge non opera tale distinzione, ma si riferisce in modo onnicomprensivo a tutte le ipotesi previste dai commi indicati, a prescindere dal ruolo ricoperto dal singolo all'interno del sodalizio criminoso. Pertanto, la condanna per il reato di cui all'art. 74, commi 2 e 4, del D.P.R. n. 309 del 1990 costituisce titolo ostativo all'applicazione dell'indulto, in quanto rientrante tra le fattispecie espressamente richiamate dalla legge n. 241 del 2006 come escluse dal beneficio.