Cassazione penale Sez. V sentenza n. 44453 del 14 novembre 2012

ECLI:IT:CASS:2012:44453PEN

Massima

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Il reato di riduzione in schiavitù si configura anche in presenza di una significativa compromissione della capacità di autodeterminazione della persona, senza che sia necessaria un'integrale negazione della libertà personale. Ai fini della sussistenza di tale reato, rileva l'attività delittuosa espletata anche in territorio estero, purché abbia avuto un prosieguo ed un epilogo in Italia, in applicazione del principio di territorialità del reato di cui all'art. 6 c.p. L'aggravante prevista dall'art. 600-sexies c.p. è configurabile anche quando la vittima sia minorenne all'epoca dei fatti, a prescindere dalla possibilità di fuga o di rivolgersi alle autorità. Tuttavia, la responsabilità dell'imputato deve essere accertata in modo specifico per ciascuna delle persone offese, non essendo sufficiente un generico riferimento ad altre vittime non identificate, in assenza di adeguato riscontro probatorio.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. FERRUA Giulian - Presidente

Dott. VESSICHELLI Maria - Consigliere

Dott. SETTEMBRE A. - rel. Consigliere

Dott. DEMARCHI ALBENGO Paolo G - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) (OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso la sentenza n. 10/2010 CORTE ASSISE APPELLO di CATANZARO, del 16/12/2010;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 11/10/2012 la relazione fatta dal Consigliere Dott. ANTONIO SETTEMBRE;

Il Procuratore generale della repubblica presso la Corte di Cassazione, Dr. ((omissis)), ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso.

Il difensore del ricorrente, avv. (OMI…

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